Castagno
Biologia e distribuzione
Il castagno (Castanea sativa Mill., 1768) appartiene alla famiglia delle Fagaceae ed è diffuso ampiamente in tutto il bacino del Mediterraneo. In Italia non esistono boschi puri di castagno spontanei: tutti i castagneti sono il risultato delle piantagioni realizzate dall’uomo fin dal periodo romano. È un albero che può raggiungere i 25-30 m di altezza, ha una chioma tondeggiante e il suo tronco è robusto, arrivando a misurare 6-8 m di diametro. Si tratta di una specie longeva, che può vivere fino a 800 anni. La sua corteccia è caratterizzata da un colore grigio-brunastro e negli esemplari adulti presenta fessure longitudinali. La corteccia e il legno di castagno sono ricchi di tannini, che in Italia venivano impiegati nella concia delle pelli fino al 1940 circa.

Le foglie del castagno sono lucide e di colore verde, con una forma lanceolata e il margine dentato. I fiori maschili sono riuniti in amenti lunghi circa 15 cm, mentre quelli femminili sono racchiusi in un involucro di brattee saldate. A maturazione, si sviluppano 2-3 frutti (castagne) all’interno di una cupola spinosa (riccio). I frutti ricchi di amido che, dopo essere stato abbrustolito per fare le “caldarroste”, si trasforma in zucchero.
Il castagno possiede un sistema radicale ben sviluppato, non molto profondo ma assai esteso. In Italia è una specie molto diffusa nella fascia altitudinale compresa tra i 200 e i 1300 m s.l.m. e costituisce l’essenza tipica degli ambienti boschivi collinari e montani di bassa quota, specialmente su suoli acidi e ben drenati. In Friuli Venezia Giulia, il castagno è diffuso fino alla fascia montana inferiore delle Prealpi, con stazioni isolate nell’area alpina. Più in particolare, alcune località caratteristiche sono Draga e San Pietro al Natisone. Il castagno è attualmente minacciato da due malattie causate da funghi patogeni: il cancro della corteccia del castagno (causato da Cryphonectria parasitica) e il mal dell’inchiostro (causato da Phytophthora cambivora e P. cinnamomi).

Descrizione del legno e dei suoi impieghi
Grazie alla presenza dei tannini, alla sua resistenza meccanica e alla colorazione variabile tra il marrone rossiccio e il marrone scuro, il legno di castagno è ideale per la costruzione di infissi, mobili, pavimenti, arredi esterni, pali, travi e tavole per coperture. Infine, il castagno viene considerato una specie mellifera, poiché le api che bottinano sui suoi fiori producono un miele molto scuro, dal tipico sapore intenso e tendenzialmente amaro.
Curiosità
Questa latifoglia era coltivata sin dall’antichità: i primi a farlo furono i Greci, seguiti dai Romani, che la diffusero in tutto l’Impero per sfruttarne il legno nella produzione di equipaggiamenti militari. In Europa meridionale, a partire dal Medioevo, i suoi frutti (castagne e marroni) sono diventati un alimento essenziale per l’uomo, poiché si possono utilizzare per ottenere una farina.

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